Angelo Russo Official Website

Artist: Ssick
Location: Italy
Line-up:

Angelo Russo

Album: Regressive Psychotherapy
Label & Pubblication Year: Self Produced, 2004
Tracklist:

Kill What U Don’t Want / Sons Of Boredom / Hereditary Submission / Perfect Child / The Moth Song / Faith In The Slavery / Egg Of Snake / Hard Inside / He Sat At The End Of The Classroom / Re-born / Fuck U& Your God / Tofranil / Ariel / Don’t Smoke & Fly (But Cut & Pay) / The Only Truth / Wille Zur Macht / God Likes Masturbation / Regressive Psychotherapy

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Ssick è il progetto personale di Angelo Russo, giovane chitarrista siciliano, che in questo demo si occupa di tutti gli strumenti, oltre che di tutti i processi produttivi (composizione, arrangiamento, registrazione). L'artista ha già all’attivo tre demo di musica sperimentale, ma con questo “Regressive Psychotherapy” si dirige verso un industrial metal cupo e ossessivo, in cui a dominare sono sintetizzatori, computers e batteria elettronica. Viene naturale accostare Ssick ai Nine Inch Nails, il progetto di Trent Reznor, con cui Angelo Russo ha molti punti in comune. Questo non toglie nulla comunque alla qualità di “Regressive Psychotherapy”, un lavoro estremamente coinvolgente, in cui sono presenti numerosi spunti interessanti. Si tratta di un concept basato su episodi che hanno segnato la vita dell’autore, che vanno dall’infanzia al presente, ed è diviso in 18 tracce per un totale di quasi un’ora di musica. Dall’iniziale “Kill What U Don’t Wantt”, introdotta da un gelido pianoforte, alla conclusiva title-track è un susseguirsi di atmosfere angoscianti, paranoiche, dal sound a tratti minimale e a tratti carico di effetti, loops e campionamenti assortiti. E’ difficile scegliere i vertici di “Regressive Psychotherapy” perché si tratta di un’opera che va valutata nel suo insieme, ma mi piace ricordare la new wave elettronica, quasi robotica di “Faith In The Slavery”, le vocals cavernose di “Hereditary Submission”, sottolineate da un inquietante carillon, l’orgia di effetti elettronici di “Hard Inside”, caratterizzata da uno strano finale acustico, e l’aggressiva title-track, che alterna parti dominate dalla chitarra distorta ad altre più rilassate, in cui è il pulsare ritmico del basso a essere in primo piano. Un ottimo demo, che ha come unico difetto quello di una produzione “low-budget”, ma che riesce a tenere viva l’attenzione dell’ascoltatore per tutta la sua durata.

Recensione Realizzata da Andrea Zazzarini

Vote: 7